Si sente parlare sempre\npiù spesso di bitcoin e di criptovalute con il passaggio che stiamo vivendo dal\nmondo materiale al mondo digitale nell’era della globalizzazione. Si tratta di\nun vera e propria rivoluzione che riguarda anche il mondo della moneta come\nunità di misura dei valori, mezzo intermediario degli scambi e riserva di\nvalore.
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Non sempre è chiaro il\nsignificato di questa rivoluzione, soprattutto con riferimento all’architettura\nriguardante la creazione di moneta e la sovranità monetaria. Ci si soffermerà\nin questa scheda sui meccanismi di creazione dei bitcoin e delle altre\ncriptovalute, nonché sui profitti che possono offrire gli investimenti in\nqueste monete virtuali. Nella parte finale si parlerà anche degli aspetti etici\ndi questo nuovo mondo che si è aperto davanti a noi, con riferimento\nall’estrazione di valore che possono determinare le operazioni in bitcoin\nrispetto ai processi dell’economia reale che consentono la creazione di valore.
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I nostri sistemi monetari\nsono caratterizzati da due elementi fondamentali: il monopolio che caratterizza\nil sistema delle banche centrali per la creazione di moneta; il potere statale\ne pubblico che identifica il valore legale della moneta nei sistemi di\npagamento.
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Nel sistema delle\ncriptovalute cade il monopolio che caratterizza la creazione della moneta come\nmezzo intermediario degli scambi, passando ad un sistema privato della\ncreazione e della gestione della moneta, basato sulla fiducia e sulla\nsegretezza. Storicamente è come se si ritornasse all’ottocento di due secoli fa\nin cui esisteva una molteplicità di banche di emissione per poi passare al\nmonopolio. A questo riguardo è interessante ricordare la monografia del nostro\neconomista Marco Fanno sull’evoluzione delle banche di emissione del 1908. Ecco\nle sue parole: “Ma questo periodo classico delle banche di emissione che si\ncaratterizza per la pluralità e per\nl’immobilità del saggio dello sconto è destinato esso pure a volgere presto o\ntardi al tramonto”.
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Recentemente il\nGovernatore della Banca di Inghilterra è intervenuto a favore delle\ncriptovalute affermando che saranno la moneta del futuro, nella nuova era\ndell’accelerazione del progresso scientifico e tecnico con la rivoluzione\ndigitale e con a globalizzazione.
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Semplificando un po’, le\ncriptovalute possono essere paragonate a quello che è successo dopo il default nei primi anni duemila\ndell’Argentina in cui gli scambi nei piccoli mercati si svolgevano attraverso\nfoglietti di carta in cui veniva scritto il valore del bene venduto, con la\npossibilità di utilizzare quei foglietti per acquistare altri beni. Un sistema\ncompletamente privato di creazione e di utilizzazione della moneta, basato\nsulla fiducia tra le persone che partecipano al sistema stesso (peer to peer). Naturalmente nessuno\ndoveva barare con l’emissione fraudolenta di biglietti, con la possibilità di\ncomperare tutti i beni disponibili sul mercato, facendo salire alle stelle i\nprezzi con un grande processo inflazionistico e annullamento del valore della\nmoneta (foglietti).
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Come già detto, la\ncriptovaluta attualmente più conosciuta sono i bitcoin ma esistono sul mercato\nmolte altre criptovalute e ne sta per arrivare un’altra che sarà emessa dal più\nimportante attore dei media mondiali: Facebook. Si tratta della Libra che,\ndalle dichiarazioni sentite, dovrebbe avere un valore molto più stabile del\nbitcoin, il cui prezzo è caratterizzato da forte variabilità. Il prezzo del\nbitcoin è precipitato da 20 mila a sotto i 10 mila dollari e molti parlano\napertamente di “bolla speculativa”. Dovrebbero essere favorite con la Libra\nanche le transazioni di piccolo taglio, tenuto conto che Facebook conta nel\nmondo più di 2 miliardi di aderenti.
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Il sistema di una\ncriptovaluta è molto complesso per la quantità immensa di informazioni che\ndevono essere trattate (tecnologia del registro distribuito in blockchain). La gestione dei bitcoin avviene\nattraverso moltissimi computer collegati tra loro e concentrati in grandi\ncapannoni situati in Cina. I controlli eseguiti su ogni transazione sono molto\ncomplessi perché potenzialmente riguardano tutti gli abitanti della terra e\nbisogna impedire che un soggetto spenda bitcoin che non ha. E’ interessante\nnotare che per l’emissione di bitcoin è stato stabilito un limite, con una\ntendenza di tipo deflazionistico del sistema monetario virtuale.
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Ci si sofferma ora sulle\nnegoziazione di bitcoin e di ogni altra attività come azioni, obbligazioni,\noro, valute, materie prime, e così via. Si tratta del trading on line automatico in tempo reale che\nconsentirebbe di realizzare grossi profitti. Basta per questo un semplice\nesempio. La differenza tra la quotazione massima e quella minima delle azioni\ndi Apple in 52 settimane è pari al 64%. Naturalmente questa differenza in\nragione annua aumenta quanto più vicine temporalmente sono la quotazione\nmassima e quella minima.
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Con il trading on line automatico il sistema è in grado\ndi scegliere, tra le infinite quotazioni di ogni tipo di asset, quelle che mostrano un andamento crescente, piatto o\ndecrescente. Naturalmente nel primo e nell’ultimo caso è possibile realizzare\nprofitti rispettivamente acquistando ad un prezzo e vendendo ad un prezzo\nsuperiore e vendendo ad un prezzo e acquistando ad un prezzo inferiore. Un\nsemplice esempio. Supponiamo che attraverso determinati algoritmi il computer\nesegua operazioni ogni sessanta secondi con un profitto di 50 centesimi di\ndollaro per ogni transazione. In un ciclo di 12 ore è pertanto possibile\nrealizzare un profitto di 360 dollari, corrispondenti a 11.160 dollari mensili\ne a 133.920 dollari annui. La probabilità di realizzare questi profitti sarebbe\nalmeno dell’80%. Naturalmente i profitti dipendono dalla traiettoria di rialzo\no ribasso dell’asset che si considera. Se questa è di tipo lineare (Pt = a + bt,\ndove Pt è la quotazione dell’asset e\nt il tempo espresso in minuti) il profitto è costante nel tempo (cioè pari a b,\nla derivata prima della retta considerata), se invece la traiettoria è di tipo\nparabolico (P’t = a’ +b’t^2) il profitto cresce nel tempo (cioè 2b’t, la\nderivata prima della parabola con concavità rivolta verso l’alto).
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Terminiamo questa scheda\ncon alcune considerazione di carattere etico e riguardanti i grandi principi\ndella Dottrina Sociale della Chiesa.
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I leaders dei grandi colossi mondiali di Amazon, Google, Apple,\nMicrosoft, Facebook (nel complesso,\ncirca 4 mila miliardi di dollari di capitalizzazione, più del PIL della\nGermania) affermano che i metodi sopraindicati di fare “soldi con i soldi” in\ntempi rapidi, sfruttando l’industria finanziaria, potrebbe essere una via per\nfare uscire dalla povertà la crescente schiera dei poveri a livello mondiale e\nridurre le disuguaglianze.
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Ma questo metodo che\nestrae valore attraverso il sistema finanziario e non crea valore, arricchendo\nle persone praticamente senza lavorare e in tempi rapidissimi, non è etico e\ncontrario ai grandi principi della Dottrina Sociale della Chiesa. Lo\nsottolineava già con grande vigore Pio XI nell’Enciclica sociale Quadragesimo anno del 1931 che\ncondannava aspramente il mondo della finanza che pretendeva di comandare tutti\nanche con i soldi di proprietà altrui e solo in amministrazione. E ancora Papa\nFrancesco che nell’Esortazione apostolica Evangelii\ngaudium dice no ad un denaro che governa invece di servire.
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E’ il lavoro onesto e\ngiustamente retribuito che garantisce lo sviluppo integrale dell’uomo\n(Benedetto XVI, Caritas in veritate),\ncon i suoi valori di libertà, responsabilità, dignità, creatività.
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Giovanni Scanagatta
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Roma, 14 ottobre 2019